Colpo di scena in Eredivisie: Francesco Farioli ha annunciato le sue dimissioni dalla guida dell’Ajax, al termine di una stagione che sembrava promettere grandi soddisfazioni ma che si è conclusa con una pesante delusione. Il tecnico italiano, classe 1989, ha lasciato l’incarico il 19 maggio 2025, dopo un crollo verticale nelle ultime giornate di campionato che ha compromesso la corsa al titolo. A festeggiare è stato il PSV Eindhoven (tra i favoriti di quest’anno, per trovare le migliori offerte di Posido clicca qui), autore di un sorpasso in extremis, mentre ad Amsterdam è calato il sipario su un progetto che pareva destinato a durare.
Dal primato al crollo: le cause della rottura
La squadra allenata da Farioli aveva dominato tra dicembre e aprile, raccogliendo 13 vittorie e 1 pareggio, e costruendo un vantaggio che aveva toccato anche i 9 punti sul PSV. Ma nelle ultime quattro partite l’Ajax ha conquistato solo due punti, sprecando tutto. Il pareggio contro il Groningen alla penultima giornata ha aperto la strada al sorpasso definitivo. Una situazione che ha messo in crisi il rapporto tra l’allenatore e la società, portando a un divorzio rapido, forse inevitabile.
Nel comunicare la sua scelta, Farioli ha usato toni pacati ma decisi. Ha parlato di “obiettivi comuni ma approcci differenti” e della necessità di trovare un percorso coerente con la sua visione. Ha ringraziato i tifosi e la società, ma ha lasciato intendere che i rapporti si erano raffreddati da tempo. Un epilogo amaro, arrivato su quel campo che pochi mesi fa sembrava il trampolino per la consacrazione.
Un debutto tra i grandi: record e rilancio
Eppure, i primi mesi di Farioli all’Ajax erano stati esaltanti. L’allenatore italiano aveva riacceso l’entusiasmo dei tifosi, battendo consecutivamente Feyenoord e PSV già nell’autunno 2024 e interrompendo serie positive storiche per entrambe. La squadra giocava un calcio moderno, dinamico, costruito su pressing, possesso palla e letture tattiche rapide. Ma nella fase decisiva è mancato il supporto emotivo e psicologico per gestire la pressione.
Il percorso di Farioli è una delle storie più affascinanti del calcio europeo recente. Dopo una carriera da portiere dilettante, si è laureato in filosofia con una tesi sull’estetica del calcio, iniziando poi ad allenare nei settori giovanili in Italia. Ha fatto tappa in Qatar, è stato assistente di De Zerbi a Benevento e Sassuolo, per poi assumere ruoli da primo allenatore in Turchia, in Ligue 1 al Nizza e infine nei Paesi Bassi. Una traiettoria in costante crescita, arricchita dalla licenza UEFA Pro e da esperienze in ambienti diversi.
Un addio che ha lasciato strascichi
Le parole ufficiali della società sono state di ringraziamento e rispetto, ma dietro le quinte sono emerse alcune frizioni. Il direttore tecnico ha definito la decisione del mister “una delusione”, lasciando intendere che si stava ancora costruendo qualcosa. Secondo indiscrezioni, i contrasti con la dirigenza si erano accentuati già da marzo, su temi legati al mercato, alla visione del progetto tecnico e alla gestione dello spogliatoio. Non un addio sereno, quindi, ma frutto di tensioni accumulate.
Appena rassegnate le dimissioni, sono partiti i rumors sul prossimo approdo di Farioli. In Serie A, diversi club sarebbero interessati: si fanno i nomi di Roma, Milan, Bologna e Fiorentina, realtà in cerca di idee fresche e gioco moderno. Anche in Premier League, dove l’attenzione per i tecnici italiani è alta, si parla di un possibile arrivo al Brighton o al Brentford. In Spagna e Portogallo, squadre come Real Sociedad o Braga potrebbero inserirsi. Lo stesso Farioli ha chiarito: “Mi interessa un progetto vero, non solo un nome famoso”.
Allenatori italiani all’estero: un nuovo ciclo
La parabola di Farioli rientra in un fenomeno più ampio: quello dei tecnici italiani che cercano fortuna fuori dai confini. Con esempi come De Zerbi, Maresca, Ancelotti jr., la nuova generazione di allenatori ha portato all’estero un mix di innovazione tattica, preparazione teorica e spirito internazionale. Un trend interessante, che però comporta anche rischi, visto che i progetti all’estero spesso durano poco e le società chiedono risultati immediati.
Bilancio finale: fallimento o esperienza utile?
Il bilancio dell’annata di Farioli all’Ajax è ambiguo ma stimolante. Se da un lato il fallimento nell’ultima parte della stagione pesa, dall’altro è innegabile che il tecnico abbia ricostruito un’identità, dato gioco e rilanciato diversi talenti. Il mancato trofeo non cancella il lavoro fatto. Anzi, può rappresentare un punto di svolta per un allenatore ancora giovane, ma già con esperienze da veterano.
L’addio di Francesco Farioli all’Ajax rappresenta la fine prematura di un percorso promettente, ma anche l’inizio di nuove opportunità. A 36 anni, con alle spalle esperienze in quattro paesi e un’identità tecnica già riconoscibile, l’ex portiere-filosofo è pronto a scrivere il prossimo capitolo della sua carriera. Dove andrà? Nessuno lo sa con certezza, ma il mondo del calcio lo guarda con interesse. Il campo, ancora una volta, darà le risposte.